Legge di Liebig: Tutto quello che c’è da sapere
La Legge di Liebig (conosciuta anche come Legge del Minimo) è una importante Legge che ci permette di capire la crescita delle nostre colture vegetali. Come vedremo in maniera più dettagliata in questo articolo, attraverso questo importante studio agronomico, è possibile scoprire come effettivamente aumentare la crescite e la produzione delle nostre colture, senza sprechi.
Perché è così importante la Legge di Liebig?
La Legge di Liebig consente di avere un chiaro quadro nutrizionale delle culture in campo, in modo da effettuare concimazioni mirate che permettono un reale risultato in campo. Non saranno necessarie concimazioni massicce e molto costose. Attraverso questa visione agronomica, anche un piccolo trattamento, effettuato in maniera mirata e razionale, può effettivamente incrementare crescita e produzione vegetale.
Il famoso principio della “Legge del minimo” di Justus von Liebig (legge di Liebig) afferma che la crescita delle colture, e di conseguenza la produzione, non dipende dalla disponibilità totale dei nutrienti somministrati e disponibili per le piante. La Legge di Liebig afferma che sarà il nutriente meno presente a condizionare e limitare la crescita delle colture.
In Agricoltura, ogni nutriente è necessario alla pianta in quantità diverse. Ma la quantità è sempre diversa, nutriente per nutriente. In questo caso, sarà il nutriente presente in quantità minore a limitare la crescita.
Legge del minimo di Liebig
Questa “legge” o “principio” del minimo è stata formulata da Carl Sprengel, un botanico tedesco, già nel 1828. Questo studio ha riscosso successo internazionale quando è stata presa in considerazione dal professore biochimico tedesco Justus Von Liebig nel 1840 circa. Liebig ha ampliato lo studio di questa legge, considerata molto moderna per la sua epoca.
Justus Von Liebig è infatti considerato “Il padre dei Fertilizzanti” o “il padre dell’Industria moderna dei Fertilizzanti”, in quanto questo lavoro ha posto la base per lo studio scientifico degli elementi nutritivi presenti nei suoli agrari e di conseguenza della Nutrizione Vegetale.
Liebig sostiene che la salute, la crescita e lo sviluppo delle piante non sono controllate dalla quantità totale disponibile dei nutrienti, ma dal nutriente presente in quantità minore (se presente in quantità carente). La Legge di Liebig viene infatti indicata o riconosciuta a più, con l’icona del barile con le doghe in legno di diversa altezza. Le citazioni più importanti, e che meglio riassumono questa legge sono: “La disponibilità del nutriente più abbondante nel suolo è buona quanto la disponibilità del nutriente meno abbondante” oppure “Una catena è forte solo quanto il suo anello più debole”.
Questa Legge, infatti, non è importante solo per il regno vegetale, ma può essere estesa anche per tutto il regno animale e ha trovato importanza soprattutto nelle scienze agrarie. Si è notato come l’aumento scriteriato di alcune concimazioni, non apporta nessun effetto benefico. Solo l’aumento di un dato nutriente, il nutriente presente in minore quantità, apporta concretamente un risultato positivo e visivo.
L’immagine del secchio rappresenta bene l’anello debole che condiziona tutto. La perdita dell’acqua rappresenta l’elemento chimico nutritivo che pregiudica la crescita complessiva della pianta. In questo particolare caso, aumentare una concimazione in maniera generica, senza un criterio, non comporterà nessun beneficio, anzi causerà uno spreco inutile.
L’intervento agronomico (ed economico) da dover attuare, sarà far in modo che la pianta poso assorbire di più l’elemento nutritivo presente in misura minore. In questo modo, la pianta potrà assorbire anche gli altri elementi in misura maggiore, e quindi crescere e produrre di più.
Intervenire, appunto, sulla catena più debole.
Legge del minimo di Liebig:
Il concetto affermato per la prima volta da J. von Liebig nel 1840 afferma che il tasso di crescita di una pianta, la sua produttività e la sua salute generale dipendono dalla disponibilità dell’elemento nutritivo meno concentrato a disposizione delle piante.
“La Legge del minimo afferma che la crescita è controllata dalla risorsa più scarsa, che rappresenta il vero fattore limitante per la crescita delle piante.”
Questo concetto è stato originariamente applicato alla sola crescita e sviluppo di piante o colture agrarie (Justus von Liebig, 1840 ), supportato in seguito da numerosi esperimenti pratici. Molti di questi esperimenti danno chiari indicazioni sui risultati ottenuti, attraverso la consultazione di opportune curve “domanda- risposta da parte delle piante”. Violazioni di questa legge in natura
e sono stati segnalati anche ecosistemi sperimentali.
Paradossi della “legge del minimo”.
la disponibilità degli elementi nutritivi presenti nel suolo e assimilabili dalle piante dipende in primo luogo dal tipo di suolo, dalla capacità delle radici della pianta di assorbirli e dall’attività microbica presente nel suolo. In seguito, disponibilità di acqua, temperatura, pH (e altri elementi) hanno una importante conseguenza sul livello massimo di elementi chimici assimilabili.
Questi elementi non devono essere presi in considerazione in maniera singola, ma hanno tra di loro importanti interazioni. Proprio come l’esempio del barile fatto pocanzi, anche nel terreno questi fattori concorrono tra di loro nel rendere più o meno disponibili gli elementi nutritivi per le piante: una carenza di un dato nutriente può avere enorme impatto sulla crescita e sulla produzione delle piante, soprattutto se avvengono durante
Il modo in cui questi sistemi interagiscono è un processo cruciale e altamente dinamico: la carenza di nutrienti (relativa e assoluta!) può avere un impatto sulla crescita, sulla salute e sulla fruttificazione delle piante nei momenti critici della stagione di crescita. Non intervenire correttamente, in caso di carenza, durante un periodo critico per la pianta può compromettere fortemente anche la totale produzione finale.
Anche nei primi anni di crescita della piante, il deficit evidenziato da Liebig, può fortemente incidere sulla crescita vegetativa delle colture e di conseguenza compromettere una precoce entrata in produzione delle piante.
Fino al 2016, all’elenco degli elementi nutritivi importanti per le colture agrarie, sono stati aggiunti cobalto, sodio, vanadio e silicio, sebbene tutte le autorità non siano d’accordo su alcune delle recenti aggiunte. Man mano che diventano disponibili strumenti di misurazione migliori e più precisi, ulteriori elementi possono essere definiti essenziali, aggiungendosi all’elenco di elementi potenzialmente limitanti per la produzione agricola.
Come esempio interessante, il cobalto è stato recentemente dimostrato di essere molto importante nella produzione di azoto nei legumi. La disponibilità di nutrienti essenziali per le piante influenza la crescita, la qualità, la riproduzione e il sistema immunitario stesso delle piante, in quanto una pianta sana, in crescita ottimale, è meno soggetta all’insorgenza di patologie fungine, batteriche o all’attacco di parassiti vegetali.
In conclusione, tutti gli elementi nutritivi hanno una propria importanza e una loro concentrazione ideale. Per poter essere efficienti, questi elementi nutritivi devono essere presenti contemporaneamente e alla giusta quantità. Un elemento nutritivo, se presente ad un livello carente, pregiudica l’assorbimento anche di altri elementi chimici, pregiudicando la crescita e la produzione delle nostre colture agrarie.
Le piante sono soggette a tantissime sfide in campo e la nutrizione è una di queste. Tra l’altro è molto difficile determinare in tempo reale una carenza di nutrienti, in quanto anche un’analsi del terreno potrebbe non rivelare una esatta carenza. Nelle analisi del terreno, infatti, vengono determinati gli elementi chimici presenti nel terreno, ma non è detto che tutte le piante riescano ad assorbirli allo stesso modo.
Un opportuno studio delle necessità nutritive delle colture è un importante punto di partenza per evitare di incorrere in pericolose carenze nutritive. Il consiglio che diamo ai nostri clienti è quello di studiare un Piano di Concimazione ideale e specifico per la propria azienda e di non affidarsi alle prime informazioni generiche trovate sulla rete (o del consiglio del vicino).
Ogni coltura (a addirittura varietà) ha le proprie caratteristiche e lo stesso principio vale per i suoli agrari, che sono molto diversi tra loro (con relative conseguenze per la disponibilità di elementi nutritivi.
La Legge di Leibig è utile e pratica! La sua comprensione è importante e ci permette, il più delle volte risparmiando, di incrementare le rese semplicemente effettuando mirati interventi agronomici, volti a migliorare la crescita delle piante, risparmiando gli interventi ritenuti inutili.
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Ma ogni agricoltore, ma ogni vivente, vegetale, animale o microbo, sottostà a questa PRIMARIA legge della sopravvivenza, e quindi dovrebbero essere grati tutti coloro che sopravvivono o/e prosperano grazie all’innalzamento delle quantità rispetto al minimo presente . .
Ciao Gianni, grazie per il tuo commento. Hai ragione, la Legge di Liebig è fondamentale per comprendere come le piante e gli organismi viventi utilizzano le risorse disponibili per la loro crescita e sopravvivenza. È importante per gli agricoltori, come per chiunque altro, capire come ottimizzare l’uso dei nutrienti per garantire la massima resa delle colture. La gratitudine per il miglioramento delle condizioni di vita grazie alla scienza e alla tecnologia è sicuramente condivisa da molti. La tua osservazione sottolinea l’importanza di questa legge e la necessità di una maggiore consapevolezza su come influisce sulla nostra vita quotidiana e sull’ambiente che ci circonda.