Micorrize: un grande aiuto per le nostre piante
Negli ultimi decenni si fa sempre più vivo l’interesse degli agricoltori nei confronti della fertilità del suolo e dei microrganismi benefici presenti in esso.
Questo interesse trova riscontro in un grande numero di testimonianze scientifiche, che mostrano come una pianta che si sviluppa in un suolo fertile e attivo a livello microbico, soffra meno di patologie e di stress ambientali.
Cosa sono le Micorrize?
Il termine “Micorrize” indica un’associazione simbiotica di tipo mutualistico a livello radicale, tra funghi benefici e piante.
Questa associazione benefica avviene, in particolare tra le radici giovani, non ancora lignificate della pianta e alcuni particolari funghi del terreno.
Cosa significa associazione simbiotica di tipo mutualistico?
Questo genere di associazione tra pianta e fungo permette una migliore crescita e sviluppo di entrambe le specie coinvolte. In poche parole, la pianta cede al fungo alcune sostanze vitali, come vitamine, zuccheri e proteine, mentre il fungo aiuta la pianta ad assorbire alcuni elementi nutritivi dal terreno.
Lo sviluppo delle Micorrize comincia quando, a contatto con le radici delle piante, le spore di questi funghi germinano e formano un fitto reticolo di ife che può essere esterno o interno alla radice.
In natura lo sviluppo delle Micorrize è un fenomeno che avviene naturalmente, soprattutto in zone boschive e forestali. Le piante che sviluppano questo genere di associazioni crescono meglio e hanno una lunga vitalità.
Quali sono i diversi tipi di Micorrize?
In base alle caratteristiche morfologiche, le Micorrize possono dividersi in due macro categorie.
Micorrize: la categoria Ectomicorrize
Le Ectomicorrize non penetrano all’interno delle cellule vegetali, ma formano un fitto strato di ife esterno alle radici colonizzate chiamato “Mantello”.
Le Ectomicorrize sono molto diffuse e conosciute e si formano spontaneamente in natura. L’Ectomicorriza più famosa è il Tartufo.
Queste micorrize formano un fitto reticolo di Micelio esterno alla radice, che aumenta fisicamente la capacità di assorbimento delle radici della pianta.
La radice micorrizata appare chiaramente più sviluppata rispetto ad una radice non associata a questi funghi.
Le Ectomicorrize non penetrano all’interno delle cellule radicali: alcune delle ife del fungo si sviluppano tra le cellule della pianta per formare una particolare struttura, il “Reticolo di Hartig” che funge da sede di scambio di elementi e sostanze nutritive.
Micorizze: la categoria Endomicorrize
Le Endomicorrize, chiamate anche Micorrize Vescicolo-Arbuscolari, si differenziano a livello visivo dalle Ectomicorrize per la mancata formazione del fitto reticolo di ife e micelio esterno alle radici colonizzate della pianta.
Le Endomicorrize possiedono delle strutture che riescono a penetrare la parete delle cellule vegetali.
Al contrario delle Endomicorrize, le Ectomicorrize non sono visibili ad occhio nudo.
È possibile rilevare la loro presenza sezionando una radice e osservando le cellule al microscopio.
Le Ectomicorrize formano all’interno delle cellule radicali delle particolari strutture, chiamate Vescicole o Arbuscoli, che servono per lo stocaggio e per lo scambio di elementi nutritivi tra la pianta e il fungo simbiotico.
Quali sono i benefici della Micorrize?
L’effetto osservabile ad occhio nudo è un maggior e più rapido sviluppo dell’apparato radicale delle piante Micorizzate.
Questo fenomeno è chiaramente osservabile nelle giovani piante prodotte in vivaio e subito micorrizate, rispetto alle piante che non sviluppano questa associazione mutualistica.
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Cosa si ottiene dal fenomeno delle Micorrize?
Una pianta che beneficia della presenza delle Micorrize si mostra più resistente alla siccità e ad alti livelli di salinità del suolo.
Nello specifico, aumentando il potenziale osmotico delle cellule delle radici, la pianta riesce ad assorbire molta più acqua rispetto ad una radice non micorrizata.
La pianta, grazie alla maggior espansione dell’apparato radicale, riesce ad esplorare una maggiore porzione di terreno.
Maggiore assorbimento di elementi nutritivi.
Il fitto ed espanso reticolo di ife che si crea all’esterno delle radici, aumenta la rete di assorbimento della pianta.
Le ife riescono a raggiungere più facilmente zone di terreno che non verrebbero sfruttate dalle sole radici delle piante, aumentano l’assorbimento sia degli elementi nutritivi che dell’acqua.
La pianta ne beneficia soprattutto per l’assorbimento del Fosforo ma anche per Azoto, Potassio, Calcio e Magnesio.
Incremento delle difese della pianta.
Una pianta in simbiosi con le Micorrize dispone di una vera e propria barriera fisica che la protegge nei confronti dei funghi patogeni e dei parassiti che vivono nel terreno.
Oltre ad un vero e proprio ostacolo fisico, le ife e il micelio del fungo creano un ambiente inospitale per altri funghi patogeni. Inoltre la presenza di arbuscoli e vescicole nelle cellule radicali della pianta, attiva le sue difese naturali endogene, in quanto percepita come presenza esterna, pur essendo benevola.
Una pianta con difese naturali attive e pronte è più difficilmente attaccabile e riesce a difendersi meglio in casi di una infezione fungina.
La maggiore capacità di assorbimento si traduci in un prodotto finale di alta qualità e in un costo minore riguardo ai trattamenti fitosanitari; inoltre nelle piante giovani è stata osservata una crescita più rapida e più uniforme dell’intera pianta, supportata da un apparato radicale ben sviluppato.
La presenza di questa simbiosi migliora il livello di fertilità del suolo, in quanto molti microrganismi benefici come ad esempio il Trichoderma (fungo antagonista) e i batteri Azotobacter (batteri azotofissatori) trovano ottime condizioni per il loro sviluppo.
Le Micorrize sono ideali su colture che vivono in condizioni di stress, in condizioni semi siccitose e nel caso si abbia la necessità di migliorare le condizioni di fertilità del terreno agrario.
Come effettuare una corretta Micorrizazione?
In Agricoltura Professionale è possibile intervenire alla semina o al trapianto delle piante con l’inoculo di funghi micorrizici.
Le spore dei funghi micorrizici (soprattutto arbuscolari) possono essere mescolate con il terreno, meglio se disposte lungo il solco dove avverrà il trapianto, in modo da facilitare l’incontro tra le radici e i funghi micorrizici.
Quando effettuare l’inoculo con i funghi Micorrizici?
Il periodo migliore per effettuare l’inoculo con i funghi micorrizici è al momento del trapianto della coltura, in quanto si permette la formazione delle Micorrize già nelle prime fasi di crescita della coltura.
Effettuando l’inoculo al momento del trapianto, le spore vanno disposte lungo il solco dove verrà posizionata la talea, per facilitare l’incontro tra le radici e i funghi simbionti.
È possibile anche effettuare l’inoculo in colture in produzione. In questo caso si dovrà procedere con un palo iniettore, applicando le spore del fungo nella porzione del terreno a contatto con le radici. Utilizzando formulati come le polveri bagnabili è inoltre possibile effettuare interventi di richiamo distanziati di un anno, in modo da aiutare e implementare la formazione delle Micorrize.
Come effettuare la Micorrizazione al meglio.
Per effettuare una micorrizazione ottimale è necessario tenere a mente diversi fattori:
- pH del suolo: Un intervallo di pH sub acido (5-7,5) facilita la rapida crescita delle Micorrize.
- Fertilità del suolo: Un terreno che dispone di alto livello di elementi nutritivi peggiora e ritarda la formazione delle micorrize.Questo cosa significa?Che i terreni poveri e poco fertili, in cui si effettuano delle concimazioni molto abbondanti non sono attivi a livello microbiologico.
Questo indica la scarsa fertilità non solo nei riguardi di questi funghi benefici, ma anche di tutti gli importanti microrganismi presenti nel suolo.
La concimazione Organica, unita all’utilizzo dei funghi micorrizici esalta le caratteristiche e la fertilità del suolo, migliorando le condizioni biologiche del suolo e la crescita delle piante.
sto per piantumare delle piante di olivo e delle piante da frutto. chiedo nel momento del trapianto in terra oltre alle micorrize posso mescolare la zeolite?
alessandro
Ciao Alessandro, grazie per il tuo commento e per la tua domanda. Le micorrize sicuramente sono un grande aiuto per le piante, in quanto creano una simbiosi benefica con le radici, facilitando l’assorbimento dei nutrienti e migliorando la resistenza alle malattie.
Per quanto riguarda l’uso della zeolite durante il trapianto in terra delle piante di olivo e delle piante da frutto, potrebbe essere una buona idea. La zeolite è un minerale poroso che può trattenere l’umidità e i nutrienti, rendendoli disponibili per le piante nel corso del tempo.
Tuttavia, è importante considerare alcuni fattori prima di utilizzarla. Assicurati di utilizzare una zeolite di alta qualità, poiché alcune possono contenere tracce di metalli pesanti. Inoltre, verifica se la zeolite è compatibile con le specifiche esigenze delle piante di olivo e delle piante da frutto che stai piantando.
Potrebbe essere utile consultare un esperto o un vivaista locale per ottenere consigli specifici sulla miscela del terreno e sui miglioramenti da apportare durante il trapianto. In questo modo, potrai assicurarti di creare le migliori condizioni possibili per le tue piante.
Buona fortuna con il tuo progetto di piantumazione e spero che le tue piante di olivo e da frutto prosperino!
Molto chiaro e schematico. Riassume bene le nozioni principali sulle micorrize delle piante.
Grazie Paolo per il tuo commento positivo sul post sulle micorrize delle piante. Sono contento che tu abbia trovato l’articolo chiaro e schematico, e che sia riuscito a riassumere bene le nozioni principali sulle micorrize. Le micorrize sono davvero un grande aiuto per le nostre piante, poiché migliorano l’assorbimento dei nutrienti e la resistenza alle malattie. È importante diffondere queste informazioni per promuovere una coltivazione più sostenibile e consapevole. Se hai domande o desideri condividere ulteriori esperienze sulle micorrize, sarò felice di sentire il tuo punto di vista.