Oidio del pesco (Sphaerotheca pannosa var persicae)

Identificazione dei sintomi

l’OIDIO del pesco colpisce tutti gli organi dell’apparato aereo. I sintomi si possono manifestare soprattutto negli organi erbacei e sui frutti. SINTOMI SUI GERMOGLI: Sui germogli provoca un leggero arresto dello sviluppo; i germogli manifestano una deformazione della lamina, successivamente si formano delle aree clorotiche, sulle quali ben presto si sviluppa la tipica muffa polverulenta e biancastra. Il fungo, via via, invade tutta la foglia che necrotizza e comunque cade anticipatamente. Sui germogli provoca un leggero arresto dello sviluppo; i germogli manifestano una deformazione più o meno grave a seconda dell’intensità dell’attacco. Sui frutti l’attacco è generalmente più raro tuttavia si manifesta con delle chiazze inizialmente clorotiche, localizzate sull’epicarpo. In In corrispondenza delle chiazze si forma una “crosta” di micelio biancastro. Se il frutto viene colpito nelle prime fasi cade anticipatamente.

Descrizione dei danni arrecati

La lotta contro l’Oidio del Pesco segue i criteri preventivi e curativi. I metodi curativi si applicano nelle zone a rischio limitato. In questi casi non vengono effettuati trattamenti preventivi ma solo curativi, alla comparsadei primi sintomi (lotta mirata). I prodotti utilizzati devono essere ad azione endoterapica curativa come: – i Triazoli: Bitertanolo, Flusilazolo, Esaconazolo, Ciproconazolo, Tebuconazolo Penconazolo, Prepiconazolo, Miclobutanil, Tetraconazolo eventualmente miscelati con un prodotto antioidico di copertura (Zolfo); – Fenarimol, Bupirimmate ed altri; – Triforine. La lotta preventiva consiste nel prevenire le infezioni. Questa situazione prevedeuna ulteriore specificazione: – ZONA A BASSO RISCHIO ma con cultivar molto sensibili: in questo caso è consigliabile effettuare trattamenti preventivi; questi vanno fatti alla ripresa vegetativa. I prodotti chimici da utilizzare sono gli Zolfi che a seconda delle situazionipossono essere miscelati con prodotti endoterapici antioidici specifici. – ZONA A RISCHIO ELEVATO e con cultivar sensibili: in questi casi è opportuno intervenire preventivamente a fine fioritura con almeno 2 trattamenti. I prodotti da utilizzarsi sono sempre gli stessi antioidici già indicati precedentemente.

Lotta

La lotta contro l’Oidio del Pesco segue i criteri preventivi e curativi. I metodi curativi si applicano nelle zone a rischio limitato. In questi casi non vengono effettuati trattamenti preventivi ma solo curativi, alla comparsa dei primi sintomi (lotta mirata). I prodotti utilizzati devono essere ad azione endoterapica curativa come: – i Triazoli: Bitertanolo, Flusilazolo, Esaconazolo, Ciproconazolo, Tebuconazolo, Penconazolo, Prepiconazolo, Miclobutanil, Tetraconazolo eventualmente miscelati con un prodotto antioidico di copertura (Zolfo); – Fenarimol, Bupirimmate ed altri; – Triforine. La lotta preventiva consiste nel prevenire le infezioni. Questa situazione prevede una ulteriore specificazione: – ZONA A BASSO RISCHIO ma con cultivar molto sensibili: in questo caso è consigliabile effettuare trattamenti preventivi; questi vanno fatti alla ripresa vegetativa. I prodotti chimici da utilizzare sono gli Zolfi che a seconda delle situazioni possono essere miscelati con prodotti endoterapici antioidici specifici. – ZONA A RISCHIO ELEVATO e con cultivar sensibili: in questi casi è opportuno intervenire preventivamente a fine fioritura con almeno 2 trattamenti. i prodotti da utilizzarsi sono sempre gli stessi antioidici già indicati precedentemente.

Descrizione fisica

L’Oidio del pesco colpisce tutti gli organi dell’apparato aereo. I sintomi si possono manifestare soprattutto negli organi erbacei e sui frutti.

SINTOMI SUI GERMOGLI Sui germogli provoca un leggero arresto dello sviluppo; i germogli manifestano una deformazione della lamina, successivamente si formano delle aree clorotiche, sulle quali ben presto si sviluppa la tipica muffa polverulenta e biancastra. Il fungo, via via, invade tutta la foglia che necrotizza e comunque cade anticipatamente. I germogli manifestano una deformazione grave a seconda dell’intensità dell’attacco. Sui frutti l’attacco è più raro; tuttavia si manifesta con delle chiazze inizialmente clorotiche, sull’epicarpo. In corrispondenza delle chiazze si forma una “crosta” di micelio biancastro. Il frutto può anche cadere anticipatamente.

Ciclo biologico

L’oidio del Pesco sverna essenzialmente: – come micelio, riparato negli anfratti gemmari o negli organi legnosi; – come conidio, fase agamica, sulle piante ospiti. In primavera le prime infezioni sono, generalmente, provocate dal micelio svernante che attacca i giovani germogli. Le reinfezioni successive (primaverili-estive) sono principalmente dovute alle spore agamiche (conidi), prodotte sul micelio. Il mal bianco del Pesco preferisce temperature medio-alte, ma non oltre i 30 ° C, e umidità atmosferica abbastanza elevata; le piogge e le bagnature delle superfici vegetali sono di ostacolo allo sviluppo del fungo. Generalmente la virulenza dell’Oidio è maggiore nelle zone collinari o pedecollinari rispetto a quelle della pianura.

Descrizione biologica

L’oidio del Pesco sverna essenzialmente: come micelio, riparato negli anfratti gemmari o negli organi legnosi; come conidio, fase agamica, sulle piante ospiti. In primavera le prime infezioni sono, generalmente, provocate dal micelio svernante che attacca i giovani germogli. Le reinfezioni successive (primaverili – estive) sono principalmente dovute alle spore agamiche (conidi), prodotte sul micelio. Questa malattie preferisce temperature medio – alte, ma non oltre i 30°C, e umidità atmosferica abbastanza elevata; le piogge e le bagnature delle superfici vegetali sono di ostacolo allo sviluppo del fungo.

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