Rodilegno giallo (Zeuzera pyrina)

Descrizione fisica

  • Adulto: da 50 a 60 mm di apertura alare per la femmina, da 35 a 40 mm per il maschio. Il torace è bianco vellutato con 6 macchie blu. L’addome è relativamente lungo. Le ali sono bianche disseminate da piccole macchie di un blu metallico.
  • Uova: ovoidali, 1 mm circa, da giallo chiaro a salmone vivo.
  • Larva: da 50 a 60 mm, giallo vivo con numerosi piccoli punti neri su ogni segmento. Testa e placca toracica nero brillante.

Identificazione dei sintomi

E’ anch’esso un Rodilegno e differisce dal Cossus per il tipo di danno e per gli organi colpiti; infatti essa colpisce i cimali, scavando gallerie nei germogli. Gli adulti sono farfalle e misurano circa 40-70 mm di apertura alare, con ali anteriori di colore bianco punteggiate anch’esse da macchie nere o bluastre; il torace è bianco e presenta sei grosse macchie. Le larve sono di colore giallastro con il corpo cosparso da tubercoli nerastri posti in file. Il capo e il protorace sono nerastri. Le uova sono di colore rosato; Il danno è dovuto all’attività trofica delle larve (gallerie) e si manifesta con disseccamenti dei germogli colpiti.

Ciclo biologico

Completa il suo ciclo in uno o due anni; sverna come larva all’interno delle gallerie. Gli adulti compaiono da fine maggio fino ad agosto-settembre, con un picco di presenza tra giugno e luglio. Le femmine ovidepongono negli anfratti della scorza. Le larve neonate penetrano inizialmente nei germogli ed in seguito nei giovani rami attaccando, via via, organi sempre di maggior diametro. Queste larve nell’estate successiva possono: – sfarfallare; – rimanere allo stadio larvale anche il secondo anno.

Descrizione biologica

  • Piante ospitanti: un gran numero di specie legnose quali il Melo, il Pero, il Pruno, il Ciliegio, l’Olivo, il Melograno (Punica granatum), il Melocotogno, il Ribes, il Ribes a grappoli, glia agrumi, la Vite, le Querce (Quecus), il Frassino (Fraxinus) il Salice (Salix) il Tiglio (Tilia), il Platano (Platanus) il Faggio (Fagus), il Pioppo (Populus) l’Acero (Acer) il Tamarindo (tamarix) ecc.
  • Adulto: non si alimenta, e la sua durata di vita è breve da 8 a 10 gg. La femmina si accoppia rapidamente dopo la nascita.
  • Fecondità: circa 1000 uova deposte in gruppo sugli alberi, di prefernza nei nascondigli dove la femmina può introdurvi il suo ovopositore (fessure, vecchie gallerie larvali); a volte essa può deporre nel suolo. L’evoluzione embrionale delle uova va dai 7 ai 23 gg.
  • Larva: i bruchi restani inizialmente in un bozzolo setoso che abbandonano disperdendosi, all’alba o al crepuscolo. Guadagnano poi direttamente l’estremità dei rami e dei germogli; poi ridiscendono attaccandosi agli organi giovani dell’albero (ramoscelli, peduncoli fogliari ecc.). I bruchi si spostano generalmente verso l’esterno per penetrare più in basso nei ramoscelli e nei rami. Dopo varie migrazioni, le larva attaccano le branche sgrossate ed il tronco. Ivi scavano delle gallerie che scendono nella scorza e nel legno. Gli orifizi di penetrazione delle larve sono marcati da piccoli tassi di segature e di escrementi (piccoli cilindri), accompagnati da colature di linfa, particolarmente visibili sulle grosse branche; è questo uno stadio i cui danni sono già molto gravi.

Descrizione dei danni arrecati

Il Rodilegno è uno dei roditori più importanti dei frutteti di Melo e di Pero delle regioni mediterranee, ed in certi paesi anche dell’Olivo. La gravità degli attacchi varia a seconda dell’ età dell’età delle piantagioni: su un giovane albero: un bruco può da solo ferire un albero; gli alberi di 3 anni possono addirittura perdere una parte della loro ossatura. Gli alberi attaccati sono resi molto vulnerabili dall’azione distruttrice del vento e il sistema di taglio ad “assi centrali” viene irrimediabilmente compromesso. Gli alberi più vecchi sono gravemente attaccati, particolarmente in annate con terreni secchi. Gli alberi vigorosi resistono meglio agli attacchi (influenza favorevole dell’ irrigazione e di una alimentazione minerale equilibrata). Gli alberi indeboliti dagli attacchi di questo individuo sono di seguito frequentemente raggiunti da altri roditori xilofagi quali: la Sesia del Melo, il Rodilegno, lo Scolytidae. Inoltre le gallerie delle larve non utilizzate servono da rifugio all’Afide lanigero del Melo, che scappa così in parte ai trattamenti chimici.

Fattori di rischio

  • Giovani impianti.
  • Andamento meteorologico caldo in estate ed autunno.
  • Presenza di cataste di legna nelle vicinanze o nel frutteto.

MISURE AGRONOMICHE

  • Eliminare i getti colpiti.
  • Eliminare le larve nelle gallerie.

CONTROLLO E SOGLIE DI INTERVENTO

  • L’insetto può essere tenuto sotto controllo mediante trappole a feromoni.
  • Controllare la presenza di fori nelle piante.

DIFESA DIRETTA

  • In caso di attacco contenuto è sufficiente mettere in atto le misure agronomiche; se l’attacco è più consistente consigliamo di utilizzare i dispenser di feromoni.
  • Per la confusione del rodilegno giallo si addice l’erogatore IsonetZ (300/ha), anche su superfici limitate (almeno 0,5 ha). I dispenser devono essere appesi al più tardi entro fine maggio. Poiché questo insetto ha un ciclo biologico biennale è necessario attuare la confusione almeno per due annate successive. La pressione dell’attacco viene fortemente limitata.

Fonte: beratungsring.org

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