Fonte: Malattie dei cereali a paglia – Regione Lombardia
Agente causale:
Rynchosporium secalis (Oudem.).
Organi della pianta colpiti:
Guaina e lamina fogliare.
Piante ospiti:
Orzo, segale, triticale e alcune graminacee foraggere.
Sintomi:
Maculature di forma ovoidale (ocellature) sulla lamina e guaina fogliare, inizialmente della dimensione di 0.5-1 mm, di colore grigiastro e bordate da un alone olivastro. Successivamente le ocellature aumentano di dimensione e assumono un colore giallastro al centro, mentre i bordi assumono un colore rosso-marrone, marrone scuro. In caso di gravi attacchi le maculature confluiscono tra loro portando all’intera distruzione della foglia. I tessuti fogliari al di sopra della lesione collassano e portano alla morte dei tessuti. In campo la malattia è, spesso, distribuita a chiazze. In caso di attacchi gravi le foglie e le guaine dell’intera pianta appaiono completamente disseccate e le ocellature possono interessare anche le ariste, le glume e la base del seme.
Diagnosi:
La malattia è di facile identificazione ad infezione avvenuta per la comparsa della sintomatologia tipica.
Danni e importanza economica in Italia:
La presenza del patogeno comporta la distruzione dell’apparato fotosintetizzante, con conseguente riduzione della disponibilità di nutrienti per la crescita della pianta. Gli attacchi precoci riducono il numero di culmi m, e danno origine a una pianta che cresce stentatamente; quelli più tardivi (fine botticella-spigatura) riducono il numero di semi per spiga e danno origine allo striminzimento del seme. In Italia la malattia è endemica e si manifesta prevalentemente nelle aree appenniniche del Centro e nelle pianure del Nord-Est dove, in seguito a severi attacchi, sono state registrate perdite di produzione dell’ordine del 20-30%.
Ciclo e modalità di diffusione:
Il fungo si conserva sul seme con i conidi e come micelio sui residui colturali. Da questi, già in autunno, con condizioni favorevoli, si originano nuovi focolai d’infezione (primari) che colpiscono le giovani piante. Durante l’inverno e la primavera, da questi focolai d’infezione e dai residui pagliosi si sviluppa un nuovo micelio che libera le spore (conidi).Tale processo è favorito da temperature miti ed elevata umidità dell’aria. I conidi si diffondono trasportati dall’aria e per effetto degli schizzi della pioggia originano nuove infezioni. Condizioni favorevoli alla diffusione della malattia sono temperature comprese tra i 4°C e i 26°C. A temperature di 16°C si verificano le condizioni migliori per l’infezione delle plantule (occorrono solo 16 ore per lo sviluppo del micelio e la liberazione dei conidi) mentre, quando la temperatura arriva a 20°C, il processo infettivo si riduce drasticamente e si arresta quando si superano i 22°C.
Condizioni favorevoli allo sviluppo della malattia:
La suscettibilità varietale, la debilitazione delle piante per il freddo invernale e colture con apparato vegetativo rigoglioso, con limitata circolazione dell’aria in conseguenza di elevate densità di semina e di eccessi nell’uso dell’azoto. Nei climi freschi e umidi il non interramento dei residui colturali e rotazioni troppo strette possono favorire lo sviluppo dei primi focolai d’infezione.